401 research outputs found

    Un Approdo della costa di Castelsardo, fra etĂ  nuragica e romana

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    Il problema del rapporto fra le genti nuragiche e "post-nuragiche" della Sardegna e il mare ha da sempre alimentato accesi dibattiti fra gli studiosi. Il primo e principale "fossile guida", indicatore di spostamenti da e per la Sardegna, è costituito dall'ossidiana del Monte Arci, che si ritrova in contesti liguri forse già in epoca preneolitica, e che si irradia a partire dal Neolitico in tutto il Centro-Nord dell'Italia e nel Midi della Francia. Si dovrà attendere la media Età del Bronzo, e soprattutto la Civiltà nuragica, per avere nuovamente tracce di sicuri contatti fra le due sponde, caratterizzate da numerosissimi oggetti (prevalentemente metallici) di produzione allogena trovati in Sardegna e, in un secondo momento (dopo il 1000 a.C.), da materiali sardi rinvenuti fuori dell'isola. L'esistenza di una marineria nuragica presuppone anche, ovviamente, la presenza di approdi più o meno attrezzati, alcuni dei quali sono stati soltanto ipotizzati, mentre per altri, di più sicura localizzazione, si è in genere preferito parlare di scali prevalentemente fenici, al più "sorvegliati" o anche gestiti dagli indigeni. La costa nei pressi di Castelsardo-Sassari (all'estremità orientale del golfo dell'Asinara) ci offre, invece, l'esempio di un approdo sicuramente controllato dalle genti nuragiche, per il quale, allo stato attuale della ricerca, non è dimostrabile un sistematico utilizzo da parte dei fenici

    L'Ipogeismo funerario nel territorio di Florinas (SS) dal Neolitico all'EtĂ  del Bronzo

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    Nel territorio di Florinas (SS) sono presenti almeno 32 ipogei funerari neolitici del tipo a "domus de janas", in parte inseribili nel più vasto comprensorio ipogeico che include le estese necropoli di S'Adde Asile e Mesu 'e Montes (Ossi-SS). Le tombe, tutte scavate nei tavolati calcarei, si presentano isolate o in necropoli di poche unità, fra cui la principale è costituita dal gruppo di cinque tombe di Pedras Serradas, in stretta relazione con la nota necropoli di S'Elighe Entosu (Cargeghe-SS). Gli impianti planimetrici sono piuttosto semplici, salvo alcune "domus de janas" pluricellulari. Ben tre ipogei mostrano, nell'anticella o nel vano principale, il soffitto scolpito in modo da riprodurre il tetto di una capanna, secondo tre schemi tipologici differenti e già noti. Cinque "domus de janas" (fra cui due con riproduzione del tetto) presentano invece delle partiture architettoniche (riquadri, fregi, lesene, falsi architravi) alle pareti dell'anticella. Di estremo interesse è la tomba IV di S'Abbadia, nella quale, ad una riproduzione di un tetto a spiovente unico nel soffitto dell'anticella, si associa la presenza di un motivo in rilievo a "falsaporta" in una cella secondaria. Un solo ipogeo, monocellulare e "a forno", presenta accesso a pozzetto. A tempi della Cultura di Bonnanaro (o al più della successiva fase Sa Turricula), nell'Età del Bronzo antico-medio, si fa risalire una singolare ripresa del fenomeno dell'ipogeismo funerario, caratterizzata dalla realizzazione delle cosiddette "Tombe di Giganti scolpite nella roccia": ipogei (generalmente monocellulari) con la fronte scolpita nel motivo della "stele centinata", tipico di molte "Tombe di Giganti" nuragiche. Nel territorio di Florinas (sicuramente fra i più importanti per lo studio di questa classe monumentale) si contano ben 12 di tali ipogei ai quali vanno aggiunte una o forse due "domus de janas" neolitiche riutilizzate con l'applicazione di stele centinata sul prospetto. Si segnala soprattutto la tomba I di Campu Lontanu, scavata in un unico masso erratico, definita anche "allée couverte" scolpita nella roccia

    Nuovi scavi nella necropoli ipogeica di Sa Figu (Ittiri-Sassari): la Tomba IV

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    This paper presents the results of excavation in the 4th Tomb belonging the Bronze Age necropolis of Sa Figu, near Ittiri (Sassari-Sardinia): a rock-cut tomb of the "architectonic prospect" type, reproducing the characteristic elements of the nuragic "giant's tomb". Archaeological excavation has confirmed the chronology of these tombs, during the first phase of Middle Bronze Age (named "Sa Turricula"), according with the dating of similar megalithic tombs. Iron Age re-use of this tomb are also detected, explaining some aspects of the burial context in the final phase of Nuragic civilization. It is clear, also, that the rock-cut tombs with architectonic prospect proceed from the megalithic model of the giant's tomb and find their origins in the "domus de janas" tombs of Neolithic

    La Tomba ipogeica di Badde de Janas (Putifigari, Sardegna): una nuova <i>domus de janas</i> con riproduzione del tetto

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    This paper presents a new Sardinian neolithic rock-cut tomb of domus de janas type that shows, in the main room, the reproduction of a double-pitched roof, as imitation of a dwelling. The reproduction is realistic in style, completely painted of red, and can be related to the nearest Painted Tomb of S’Incantu in the same Putifigari area. It is discussed on the meaning of such decorations inside rock-cut tombs that reproduce rooms of rectangular plan. However, no sure traces of rectangular huts were found in neolithic dwellings of Sardinia, except the discussed case of Serra Linta (Sedilo). Author thinks that it’s more probable that the reproductions of rectangular houses with double-pitched roof, inside domus de janas, rather represent a cult building, like the famous “Red Temple” one that it was built in the top surface of Monte d’Accoddi altar, near Sassari

    Morphological, chemical and mineralogical characterization of some soils developed on hard carbonate rocks in Sardinia

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    This preliminary note considers 19 profiles of Sardinian soils developed on hard limestone, dolomitic limestone and dolomite of different age and territorial condition, reporting on the description of the profiles and their physical, chemical and mineralogical characteristics. The results indicate that the soils examined belong to xeric subgroups of three orders: Entisols, Inceptisols and Alfisols. All the profiles show a clay texture and the clayey constituents are related to the degree of soil evolution

    Su alcune toposequenze di suoli nel Bacino del Rio S'Acqua Callenti (Sardegna meridionale)

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    Nel presente lavoro vengono descritte e commentate tre sequenze di suoli in funzione della morfologia, studiate in altrettanti piccoli bacini idrografici nel Sarrabus-Gerrei (Sardegna centro-meridionale). Lo scopo principale della ricerca è quello di chiarire alcuni rapporti esistenti tra morfologia e suoli derivati dalle rocce metamorfiche e cristalline diffuse nella zona centrale e meridionale dell'isola. Tale immagine vuole essere anche un contributo alla soluzione di alcuni problemi di cartografia pedologica che si sono manifestati durante i rilevamenti che si stanno effettuando nella suddetta area

    La Tomba ipogeica "a prospetto architettonico" di Sa Rocca 'e Su Lampu - Florinas (SS)

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    La "domus a prospetto" di Sa Rocca 'e Su Lampu è ubicata a Sud dell'abitato di Florinas, in un'area caratterizzata dalla presenza di diverse domus de janas neolitiche. Un importante dettaglio, finora sfuggito all'osservazione degli studiosi, è costituito dalla presenza di una o due fossette circolari. Sul loro significato ogni tesi è plausibile; la più credibile (in analogia con quelle simili presenti nelle domus de janas neo-eneolitiche) è sicuramente quella di fossette destinate a contenere liquidi o altre offerte rituali. E' tuttavia da rimarcare l'evidente legame fra la regolarità della pressoché costante presenza dei tre fori sulla sommità del prospetto centinato, e l'analogo ordine dei fori presenti nelle nicchie (ma forse non in tutte) in numero di uno (centrale) o due (laterali): un legame che trae la sua origine dal comune simbolismo magico-religioso dei numeri che presumibilmente improntava di sé i rituali funerari della civiltà nuragica

    Una Nuova sepoltura della Cultura di Bonnanaro da Ittiri (prov. di Sassari, Sardegna) ed i rapporti fra la Sardegna settentrionale e la Corsica nell’antica età del Bronzo

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    La necropoli ipogeica di Sa Figu è ubicata a Nord-Est dell’abitato di Ittiri (Sassari): le indagini hanno documentato almeno sei momenti di utilizzo dal Neolitico Recente sino all’età romana. Particolare interesse riveste la tomba IX: una “domus de janas” di planimetria articolata, oggi notevolmente distrutta. Lo scavo archeologico ha interessato il dromos e soprattutto l’anticella, evidenziando un solo livello culturale significativo (US2) caratterizzato da una concentrazione di ossa estremamente frantumate e semicombuste, accompagnate da numerosi frammenti di vasi purtroppo non ricostruibili, ad eccezione di due piccoli vasi miniaturistici integri. Il cumulo di ossa e frammenti ceramici era sormontato dai resti di un cranio, collocato con il forame occipitale rivolto verso il basso, attorniato da alcune pietre disposte rozzamente a sua protezione. L’interpretazione che si può dare del contesto è quella di un tipico rituale di deposizione secondaria riferibile alla Cultura di Bonnanaro (Bronzo Antico), quale quello testimoniato soprattutto nella necropoli ipogeica di Su Crucifissu Mannu-Portotorres-SS. In base all’esame dei materiali, le sepolture di Sa Figu si collocano in un momento attardato del Bronzo Antico, intorno al XVIII secolo A.C., nella fase detta di S. Iroxi. Il quadro dei materiali rinvenuti nella Tomba IX trova un riscontro abbastanza significativo nei materiali dello strato VII del riparo di Capula, Alta Rocca (Corsica del Sud), datato dal Lanfranchi al Bronzo Medio (XVIII secolo A.C.)

    LA TOMBA IPOGEICA DI BADDE DE JANAS (PUTIFIGARI, SARDEGNA): UNA NUOVA DOMUS DE JANAS CON RIPRODUZIONE DEL TETTO

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    This paper presents a new Sardinian neolithic rock-cut tomb of domus de janas type that shows, in the main room, the reproduction of a double-pitched roof, as imitation of a dwelling. The reproduction is realistic in style, completely painted of red, and can be related to the nearest Painted Tomb of S’Incantu in the same Putifigari area. It is discussed on the meaning of such decorations inside rock-cut tombs that reproduce rooms of rectangular plan. However, no sure traces of rectangular huts were found in neolithic dwellings of Sardinia, except the discussed case of Serra Linta (Sedilo). Author thinks that it’s more probable that the reproductions of rectangular houses with double-pitched roof, inside domus de janas, rather represent a cult building, like the famous “Red Temple” one that it was built in the top surface of Monte d’Accoddi altar, near Sassari.Se presenta aquí una nueva tumba hipogeica neolítica del tipo domus de janas que muestra, en la cámara principal, la reproducción de un techo a doble vertiente que imita la casa de los vivos. La reproducción es de estilo realista, completamente pintada de rojo, y se puede paralelizar a la cercana  Tomba Dipinta de S’Incantu, distante sólo un kilómetro en línea recta. Se discute sobre el signif icado de tales reproducciones al interior de las tumbas hipogeicas que habitualmente se relacionan con  casas  de planta rectangular de las cuales no se encuentran restos seguros en los poblados neolíticos  sardos, si exceptuamos el discutido ejemplo de Serra Linta en Sedilo. El autor considera más probable que las reproducciones de casas rectangulares con techos a doble vertiente, al interior de las domus de janas, se relacionen más con edif icios de culto, como el conocido “templo rojo” que se erigía sobre el altar aterrazado de Monte d’Accoddi en Sassari.Viene presentata una nuova tomba ipogeica neolitica del tipo a domus de janas che mostra, nella camera principale, la riproduzione di un tetto a doppia falda, ad imitazione di una casa di civile  abitazione. La riproduzione è di stile realistico, completamente dipinta di rosso, e trova confronti con la  vicina Tomba Dipinta di S’Incantu, distante soltanto un chilometro in linea d’aria. Si discute sul  signif icato di tali riproduzioni all’interno delle tombe ipo - geiche, che vanno riferite ad abitazioni di  pianta rettangolare, di cui non si hanno tracce certe negli abitati neolitici della Sardegna, a parte il  discusso caso di Serra Linta a Sedilo. L’autore ritiene più probabile che le riproduzioni di case rettangolari con tetto a doppia falda, all’interno delle domus de janas, siano da riferire meglio a edif ici di culto, come il noto  “tempio  rosso”  che  sorgeva  sull’altare  a terrazza  di Monte  d’Accoddi  a Sassari

    Pio Mantovani in Sardegna: ricerche 1873-1876

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    Il nome di Pio Mantovani, cui si lega la scoperta dell'insediamento preistorico e della necropoli ipogeica di Abealzu, fra Sassari e Osilo, è rimasto sino ad oggi niente più che un semplice riferimento bibliografico, a volte omesso più o meno involontariamente, altre volte ricordato come citazione di seconda mano. Con la presente nota, vogliamo contribuire a gettare uno spiraglio di luce sulla figura di questo studioso, che fece in Sardegna un fugace ma significativo passaggio, in un momento cruciale per la Paletnologia isolana (che in pratica nasceva proprio in quegli anni) e più in generale per quella italiana
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